Tra la fine di maggio e inizio giugno 2018 ho creato un evento artistico promozionale legato alla pubblicazione di ”POESIE DI UN POETA SPARSO” de Gli Elefanti edizioni.

 

 

Per l’occasione ho affittato la galleria Il Punto posta lungo via San Felice a Bologna. Sostanzialmente ho fatto un allestimento a dir poco immersivo. La mie fonti principali di ispirazione sono state Sol Lewitt e Yayoi Kusama, in particolare certe loro modalità espressive come la ripetizione e la poetica dell’ossessione. Mi sono pure ispirato a Rirkrit Tiravanija per l’idea del buffet, rovesciandone il suo operato e rimandando così anche alle bacheche del cibo di Spoerri.

La galleria è diventata uno spazio immersivo, nella quale entrarci significava entrare dentro il libro, dentro la mente del libro. Tutte le pareti sono state tappezzate con le pagine del libro, circa una trentina di volumi acquistati e strappati per rivestire le pareti di poesia. Sospese rimanevano le copertine con le sole pagine coi titoli dei capitoli, indice e poco altro. Una sorta di camera iperbarica in uno scenario distopico, una stanza fuori dal mondo nella quale poter leggere le poesie attorno a se e diventarne parte entrando dentro la psiche di questa pubblicazione. Sempre dentro il medesimo spazio ho allestito un buffet, un vero buffet, ma già consumato. Siccome spesso le persone vanno agli eventi culturali solo per magiare e bere, ho pensato di risolvere il problema preparando tutto già consumato e sporco. Il disorientamento all’inaugurazione ha creato scene estremamente divertenti con esiti degni di uno studio sociologico. Per allestire il buffet ho recuperato da altre inaugurazioni piatti, bicchieri e posate sporche, bottiglie vuote, confezioni aperte con briciole all’interno e simili. Sopra il buffet ho posizionato un cartello esplicativo che faceva capire alle persone che pure il tavolo imbandito era parte dell’esposizione. Una esperienza culinaria esemplificativa. Da ripetere.

L’esposizione si è conclusa la sera del 4 giugno con la performance ”Chiusura dei battenti in chiave meticcia”; letture e interpretazioni delle poesie appiccicate sul muro. Io e i miei sodali ci siamo parzialmente fasciati col nastro bianco e rosso diventando parte dell’installazione e fondendoci con lo spazio, infine le poesie venivano strappate dal muro e interpretate, iniziando così il disallestimento attraverso la performance. Terminata l’esibizione anche il pubblico ha avuto la possibilità di contribuire allargando la condivisione espressiva.

La documentazione fotografica è piuttosto ampia perché l’esposizione, dai soli tre giorni iniziali previsti, si è protratta per ben 10 giorni con tanto di chiusura con la performance sopra citata, assieme ai miei compagni di teatro dei Cantieri Meticci.

Precisamente, l’esposizione è durata dal 25 maggio al 4 giugno 2018. Una esperienza estremamente impegnativa riuscita solamente grazie all’aiuto di molte amiche e amici, prima, durante e dopo l’allestimento.

Di seguito tre gallerie fotografiche, due delle quali derivanti da foto del compagno di avventure artistiche Luca Donati. La documentazione comprende anche un videoclip di Marco Pappalardo che ha seguito parte dell’allestimento e la performance finale. E partiamo proprio da questo:

 

 

 

L’occhio del Donati:

 

 

 

Tracce di uno speciale evento:

 

 

 

E ancora l’occhio del Donati sulla performance di chiusura errante.

 

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