Acconcita De Cavejo, 2020.

 

 

 

Tutto iniziò nell’estate del ’14.

Ma mica sono un fotografo io… E quando mai!?

Comparvero volti sul mio percorso e non potei che immortalarli.

Inizialmente solo col cellulare, ma poi in modo più mirato con la mia piccola compatta Nikon.

 

Spesso, guardandomi attorno vedo oggetti molto più vivi di tanti esseri umani.

Dalle cose, se osservate nel modo opportuno, possiamo intravedere noi stessə e le possibilità espressive di cui siamo dotatə.
Ecco che la pareidolia diviene uno studio delle espressioni emotive e del linguaggio extra verbale.
Uno squarcio fotografico che ci svela una vitalità celata ai nostri occhi.
Questa è Chirurgia visiva.

 

 

Ma Rea

 

 


 

 

Chirurgia visiva è pareidolia allo stato puro. Un distillato di personaggi o situazioni surreali che ci circondano e a cui cerco di dar risalto.

Il numero di foto caricate nel sito è puramente indicativo

Per seguire più da vicino tale progetto si possono seguire le pagina FB o Instagram

https://www.facebook.com/Chirurgia-visiva-1626214354346210/

https://www.instagram.com/ma.rea.146/?hl=it

 

 

Un 2023 in netta ripresa

Tutto è in divenire, ma in questo periodo si stanno riprendendo in mano alcuni progetti, pure espositivi. Vediamo come procede.

 

Il bacio. Gli amanti della domenica mattina. Detti anche i Gonfi d’Amore. Bologna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il salto di qualità del 2022

Molti personaggi incontrati lungo l’Italia e le strade europee, in Spagna, come in Romania, in Ungheria come in Francia. Tanta simpatica roba estremamente espressiva.

A voi alcuni scatti.

 

 

 

La ripresa graduale degli amici di Chirurgia visiva del 2021

 

Un anno di ripartenza. Un anno di nuovi incontri.

 

 

Il restringimento geografico del 2020

 

La riduzione dei personaggi di Chirurgia visiva è stata notevole, ma la qualità è probabilmente aumentata. In questo anno c’è stato un affinamento delle comparse.

 

 

La saturazione del 2019

 

In questa annata antropomorfa c’è stata una saturazione e una riduzione di scatti messi in circolazione, anche se quelli archiviati sono davvero molti.

Altro giro altra galleria.

 

 

Comparse visive dal 2018

 

In questo anno c’è stato un vero e proprio picco fotografico. La quantità di personaggi incontrati lungo le vie dei miei giorni è stata innumerevole.

Ecco una galleria molto indicativa.

 

 

 

Carrellate visive dal 2017

 

Col 2017 i personaggi iniziano ad avere una loro identità. Ad ognuno inizio a dare un nome che citi qualche personaggio famoso, il luogo o un modo di dire popolare. La quantità di scatti oramai è a perdita d’occhio. Già dall’autunno ’16 sto raccogliendo una serie di immagini con le quali cercherò di raccontare Bologna attraverso questi personaggi incredibili. Per queste foto creerò un album specifico che le introduca.

 

Visioni sparse dal 2016

 

Spesso, guardandomi attorno vedo oggetti molto più vivi di tanti esseri umani.

Dalle cose, se osservate nel modo opportuno, possiamo intravedere noi stess* e le possibilità espressive di cui siamo dotat*.
Ecco che la pareidolia diviene uno studio delle espressioni emotive e del linguaggio extra verbale.
Uno squarcio fotografico che ci svela una vitalità celata ai nostri occhi.
Questa è Chirurgia visiva.

 

Dal ’16 inizio a fare una moltitudine di scatti ad ogni singolo soggetto, immortalandolo da vari punti di vista. Oramai l’archivio di Chirurgia visiva è incontrollabile. La quantità e le qualità espressive degli oggetti hanno preso il sopravvento sui miei scatti e ora hanno assunto un’importanza espressiva fondamentale in tutta la mia produzione. 

 

 

 


 

 

 

Chirurgie sparse dal 2015

 

Da quest’anno la quantità di foto aumenta esponenzialmente e inizio a dare al progetto una sistematicità e una progettualità sempre maggiore.

A settembre decido anche di esporre per la prima volta un discreto numero di foto all’esposizione ”Saluti” di Ferrara.

 

 

 


 

 

 

Le prime chirurgie del 2014

 

È in quest’anno che nascono i primi esperimenti di questo progetto fotografico.

Nell’estate inizio a fare foto ai miei occhiali arancio-blu posizionati in modo piuttosto buffo su oggetti di qualsiasi tipo. Da lì il passo è breve verso la ricerca dei volti presenti negli oggetti. Da quel momento, e con sempre maggiore frequenza, gli ”incontri” aumentano a dismisura fino a diventare una costante e ad acquisire una crescente dignità espressiva del mio mondo.

 

 

 

 

 

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