L’ultimo lavoro di Acqua Salata rappresenta una condizione onirica di quello che è il 2020.

 

Il progetto speciale è la frustrazione, la condizione in cui si è e la consapevolezza che questa fase porterà a cambiamenti, già palpabili a livello psico-sociale.

Elemento caratterizzante di questo periodo è la mascherina, entrata a piè pari nel collage. Questa utilizzata qui è una di quelle che ho usato io stesso a ottobre. Nella fotografia a destra sono stato immortalato durante un evento di settembre, momento nel quale è riemersa una piccola parentesi di socialità. È piuttosto emblematico che, sia io, che altri amici emergenti dallo scatto, osserviamo verso sinistra, come a leggere quel ”Perché tutti ne abbiamo bisogno”, chiara allusione alla socialità, al bisogno di cultura e di incontro tra persone. Al centro l’uomo pietrificato è bannato da una sorta di onde magnetiche rosse che rimandano al segnale wi-fi, come a rappresentare la censura del mondo virtuale sulla fisicità, la quale esibisce frustrazione e rabbia. Tali onde sono collegate in qualche modo alla mascherina, un po’ come se la responsabile fosse essa stessa, e al contempo, come se fosse anche una fonte di riparo da quel papabile contagio magnetico di un rosso ammaliante. Un Progetto speciale, ben poco ambito, ma alquanto inevitabile. Il suo nome è 2020.

E ripartendo da qui ci si augura di superare questo cul de sac in cui ci siamo ritrovati.

 

 
 
 
 
 
 
 
SPECIAL PROJECT
 
Collage, nastro adesivo colorato, mascherina e foto su cartoncino nero 35×50 cm.
La fotografia inserita è di Khan Klynski, la quale ritrae un conviviale momento dello scorso settembre.
Il nuovo lavoro di Acqua Salata è arrivato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Di seguito il collage appena terminato e prima di essere incorniciato:
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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