Te lo dò io il narcisismo
A distanza di cinque anni una nuova esposizione personale di Poesia errante. Un nuovo progetto immersivo rimasto in gestazione dal 2017 al 2023.
Era il 2017 e avevo una poesia sorta spontaneamente, la quale si era piazzata sul taccuino e continuava a pungolarmi col suo tratto indicale:
“La vanità / è uno scopino / che si è messo in setola / un narciso scadente. //…”
L’associazione narciso-vanità e scopino era palese, e già l’idea di entrare in una stanza con gli scopetti a penzoloni mi divertiva e mi faceva sentire a mio agio. Il fulcro del progetto già lo tenevo in pugno, ma mancava l’articolazione e la struttura complessiva dell’idea. Decisi così di tenerla lì, in un cantuccio dei miei desideri, con la speranza di vedere fiorire quel narciso in tutta la sua poetica.
Col passare del tempo ne nacquero varie propaggini, prima solo inerenti i testi da utilizzare, poi, gradualmente, la collocazione degli stessi. Ecco che nel 2021 spuntò l’idea dei cartelli di protesta poetica. Iniziava a delinearsi il tutto. Mancava l’innesto narcisi e cartelli, fino a quando emerse l’idea del cartello come narciso immerso nel porta scopino con l’acqua, così da dissetarlo e mantenere viva la poesia in esso. 11 cartelli poetici lungo tutte le pareti della sala, tranne che per la poesia principale, la quale andava esposta su uno strillone che esponesse il menù del posto al centro della sala. Era fatta. Il progetto era pronto, anche se da lì, al metterlo in opera, ancora mancavano vari tasselli. Sarebbero passati quasi altri due anni per vedere realizzato quel sogno surreale e dadaista, ma il venerdì 17 del febbraio 2023 fu il giorno giusto.
Lungo questo ultimo periodo di tempo ho pianificato vari aspetti della presentazione dell’evento e ho valutato il coinvolgimento di altri compagni di viaggio, anche e soprattutto nell’elaborazione definitiva della situazione e del catalogo che, in questo caso, ho deciso di produrre. L’evento che avevo in mente era piuttosto importante, pertanto ho deciso di elaborare un catalogo come documento articolato e complementare di questa esperienza stratificata. Per la realizzazione di tale documento ho coinvolto Luca Donati per la documentazione fotografica e Alberto Gross per l’introduzione critica in galleria e in vari passaggi del catalogo (in uscita a breve). Aggiungo che la realizzazione e la struttura del catalogo differisce dalla narrazione qui presente nel sito, ecco il motivo della complementarietà. Per quanto riguarda il luogo in cui imbastire una operazione del genere, le idee erano già chiare. La galleria il Punto, in via San Felice a Bologna, era il luogo ideale, sia per la posizione sia per la tipologia di spazio e l’usabilità che se ne poteva fare. Inoltre, l’esperienza della precedente esposizione Inaugurazione a porte chiuse e a menti aperte: POESIE DI UN POETA SPARSO mi aveva soddisfatto molto e già ero proiettato a tornare in quello spazio speciale, totalmente libero e dalle grandi potenzialità.
Per la realizzazione concreta del materiale da esporre sono stato affiancato costantemente da Eraldo e da Ylenia, con i quali ho acquistato legno, vernici, calcolato le misure ed effettuato i tagli, gli assemblaggi e la realizzazione di tutti i dettagli. È stata anche una nuova occasione più articolata per mettermi in gioco con la tecnica dello stencil.
Un intenso lavoro di circa un mese e mezzo.
Ecco alcuni scatti dei lavori dietro le quinte:
Integrata alla installazione immersiva ha fatto la sua comparsa lo stagno di Narciso, il quale è stato riprodotto attraverso degli specchi componibili blu.
L’idea era di integrare il mito alla narrazione errante creata nella sala espositiva del Punto.
Abbinato allo stagno ho posizionato un quaderno sospeso nel quale si poteva scrivere la vanità che si vedeva mentre ci si specchiva nel laghetto.
Una provocazione e un atto terapeutico allo stesso tempo.
Devo aggiungere che, alla installazione immersiva, in un angolo della Galleria Il Punto, ho ricreato una sala lettura, la vera sala lettura: un angolo bagno. Per fare ciò ho cercato un po’ ovunque dei sanitari usati, fino a trovarli, ripulirli in un lavaggio auto, e infine realizzare un restyling estetico: wc blu, bidè bianco e rosso, cassetta dell’acqua rossa. Il kit era perfetto da inserire in quella sala completamente bianca e dal pavimento color miele. L’angolo sala lettura è stato diviso da un piccolo separé blu. Passando da via San Felice si poteva notare in fondo alla sala una strana postazione in cui non era chiaro cosa ci fosse, anche se vedere sul fondo una persona seduta dietro quel murettino di legno blu destava qualche sospetto.
Nella sala lettura ho posizionato un piccolo tavolino sul quale c’erano i miei libri di poesia e un quaderno su cui si potevano scrivere i pensieri migliori, ovvero quelli che escono da seduti sul cesso.
In aggiunta, sulla cassetta dell’acqua era disponibile la carta igienica poetica per pulirsi dalla volgarità, dal menefreghismo e dalla meschinità. Abbinata ad essa, sul bidè, ci si poteva pulire con la saponetta poetica, qualora fossero rimaste tracce di disfattismo, qualunquismo o velleità.
Di fianco al wc era posizionato lo sturacessi errante, alla cui base stava una citazione circolare a risucchio: “Straziami ma di scarichi saziami”.